Momenti del Podcast

00:04 Introduzione

Il Giardino della Casa dei Mandorli - Prima parte

Il giardino della Casa dei mandorli di Tonino e Lora, è formato da diversi terrazzamenti che partono dalla strada del Roccione e salgono su, fino a pochi metri dalla vetta della roccia dove riposano le ceneri del Poeta.
Proprio sotto la campana di Lhasa.
I terrazzamenti sono sostenuti da antiche e robuste mura di pietra a secco. La caratteristica principale del giardino dà il nome alla Casa: i mandorli. Infatti in tutto il giardino ne incontri in quantità. L’esposizione a sud, molto favorevole, fa sì che gli alberi fioriscano un mese prima delle altre piante del paese.
Fatalmente tutte le ghiacciate primaverili colpiscono i mandorli, ma queste vecchie piante sono ormai temprate per cui sono sempre pronte, quando è il momento, a regalare generosamente i loro frutti.
E’ la loro fioritura che ha sempre affascinato Tonino e Lora. Quando è il momento la loro Casa sembra navigare in mezzo a nuvole bianche, mentre un ronzio di api affamate serpeggia in tutto il giardino. Nel terrazzamento dietro casa e in quello sottostante, puoi incontrare una collezione di rose antiche, dono di Carlo Pagani, vivaista e giornalista.
Salendo vedi una piccola vigna di uve da tavola piantata da Italo, suo grande amico di Bagnacavallo, e lì accanto un piccolo orto di pochi metri quadrati curato sapientemente da Nicoletta che coltiva ortaggi tutto l’anno. Salendo ancora sulla sinistra ti vengono incontro otto grandi fiori rotondi di pietra bianca. Al centro dei fiori, sono incisi i nomi di alcuni degli amici più cari a Tonino: Giulietta Masina, Federico Fellini, Marcello Mastroianni, Michelangelo Antonioni, Anghelopulos, Rosi, Tarkovskij, Parajanov. Più avanti, sempre sulla sinistra, un Capanno del Polesine. Ricordo che per costruirlo furono portati due autocarri di canne del Po e vennero due operai con un anziano esperto, di più di 80 anni; uno dei pochi custodi rimasti della tecnica costruttiva dei casoni di paglia del Polesine.
Pochi passi in avanti e sulla destra una fontana di vetro disegnata da Tonino, piccola ma con tutto il fascino poetico delle cose create da lui.


Il Giardino della Casa dei Mandorli - Seconda parte.

Quindi continuando si sale su di un sentiero immerso nel profumo di arbusti di aromatiche che lo costeggiano. Si arriva in un piccolo ripiano. Un muretto di pietra rotondo segna il limite del piccolo spazio ma è anche un balcone da cui affacciarsi.
Allora sulla sinistra vedi il Monte Carpegna, che con i suoi 1400 metri sembra avere uno sguardo lungo su tutto il Marecchia fin giù a Marina. Davanti a te vedi due monti incrociarsi: è il Canaiolo, dove nasce il torrente Messa che a precipizio si getta verso il Marecchia ma è anche l’Infanzia del mondo, uno tra i luoghi più cari a Guerra, perché lui diceva che lì trovi un luogo incontaminato rimasto così dall’inizio del mondo. Davanti al parapetto c’è sempre una sedia vuota. Era il posto dove Tonino si sedeva per riposare, pensare e immergersi a godere della natura. Più volte, seduto sulla sedia, ha indicato agli amici la roccia di fronte dicendo: “Ricordate che io voglio essere sepolto lì perché voglio avere nei miei occhi la mia valle”. Salendo ancora su di una stretta scala di pietra, si arriva alla Roccia dove è sepolto Tonino. Lora proprio davanti ha fatto collocare un grande uovo di pietra, simbolo di rinascita.
Quando la gente arriva fin quassù appoggia la mano sulla roccia per salutare il Poeta; poi si gira verso la valle del Messa, sempre serena e dolce, e lo sguardo dei visitatori si unisce a quello di Tonino.