Introduzione alla Casa dei Mandorli
“Pennabilli era l’Himalaya della mia infanzia. Più che un luogo era un mito. Quando ero bambino, i miei genitori si spostavano qui per vendere la frutta. Pennabilli non è lontana da Santarcangelo di Romagna. Così ci portavano anche me, perché qui l’aria è buona. Per quale motivo ci sono tornato? Perché è una specie di paradiso perduto e poi ritrovato. Perché da anni voglio sbarcare da qualche parte per vivere in modo differente. Ho pensato alle grandi metropoli. E invece un giorno ho attraversato un ponticello sul Presale (un affluente del Marecchia) e sono arrivato a calpestare le foglie di un orto accogliente. Ed eccomi qua. Avevo settant’anni, avevo voglia di riflettere sulle mie cose, la pittura, la natura, la poesia, e ho pensato di trasferirmi a Pennabilli. Per cominciare e per ricominciare”.
E così, nel 1989, Tonino Guerra si è trasferito a Pennabilli dove ha vissuto per 23 anni insieme a Lora, nella Casa dei Mandorli: "Un continente, un bastimento, un luogo di memoria che permette viaggi e ricordi pur stando fermi". Così il Maestro definiva la sua Casa, circondata da un vero e proprio museo a cielo aperto, ricco di installazioni che percorrono l’intero borgo di Pennabilli e la Valle del fiume Marecchia e che vanno a comporre il Museo dei Luoghi dell’Anima.
La Casa dei Mandorli, circondata da un ampio giardino a terrazzamenti che si sviluppa sul Roccione, accoglie le ceneri di Tonino in quella che viene chiamata La Roccia del Poeta, un luogo di raccoglimento e meditazione, di silenzi e riflessioni, da dove lo sguardo abbraccia la valle e si perde nella visione dei campi coltivati che sono come “lenzuoli stesi al sole”.